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April 1996
1996 – Aprile 28
FOLHA DE S. PAULO
STUDIO UNO E L’INVASIONE ITALIANA NEGLI ANNI ‘60
di Marcelo Mansfield
Speciale per Folha
Molti anni prima dell’arrivo della TV via-cavo, con i suoi canali latini e la programmazione appena uscita dai medievali studi inglesi, la televisione brasiliana già mostrava, in programmi registrati da mastodontiche telecamere del periodo paleolitico, alcuni successi provenienti dall’ estero: spettacoli di varietà zeppi di cantanti poco conosciuti per un pubblico più abituato a vedere le nostrane Cely Campello e Bibi Ferriera.
Nel frattempo, dall’Italia arrivava annualmente il Festival di San Remo e, settimanalmente, Studio Uno, responsabile per l’invasione italiana degli anni Sessanta.
Fu in questo programma che noi vedemmo Gigliola Cinguetti cantare singhiozzando “ Dio come ti amo “, o la cantante Mina, dalle ciglia posticce talmente pesanti che dava l’impressione che stesse dormendo in continuazione persino nei brani più animati; o le gemelle Kessler, che scendevano dal soffitto con una sorta di trapezio disegnato per fare arrossire Lùz Del Fuego, e in più, una mezza dozzina di nomi tratti da qualche libro in onore di Cortina d’Ampezzo completavano l’intero spettacolo.
Ma niente mai più causò impatto di quello dell’arrivo di Rita Pavone, detta “ la zanzara “.Con il suo corpo da ragazzino, poco più di un metro e cinquanta di altezza e capelli vermigli, lei era la personificazione di quello che di più moderno esistesse in Italia.
Scoperta nel 1962 al Festival di Ariccia , vicino a Roma, incise il suo primo disco 24 ore dopo essere salita sul palco. In tempo record vendette un milione di copie de “ La partita di pallone “ e otto mesi dopo di quella serata di Ariccia, sbancava tutti i suoi concorrenti inglesi, i Beatles, superando i tre milioni di dischi venduti.
Niente male per una ragazzina di soli 16 anni che, con le sue canzoni creò lo “ Swim “, ballo che incontrò un solo rivale nel “ Twist “.
Dopo sono arrivati il Cinema, i Festival internazionali, la visita in Brasile,il cui soggetto predominante al di là dei martelli, montagne e pomodori, fu il di lei legame con Netinho, del gruppo degli “ Os Incrìveis “.
Nel 1987 ebbi l’opportunità di incontrare Rita Pavone nel backstage degli studi di “ Domingo Paulista “ presentato da Cacá Rosselli. Sempre in movimento come tutti se la immaginano, lei ha raccontato del periodo in cui era la star indiscussa dei film di Lina Wertmüller e di Studio Uno, ed inoltre ha ballato lo “ Swim “ per una platea di appassionati trentenni .
Dopo il programma, entrata in una limousine, è corsa all’aeroporto , e se n’è andata nella sua magione in Svizzera dove vive con suo marito e scopritore, Teddy Reno.
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